Berlusconi: io l’ho conosciuto

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Erano i primi anni ‘90, forse il 1993, e lavoravo nel management di un grande albergo romano.
Silvio Berlusconi era famoso per la sua scalata con Fininvest, per Mediaset e per il Milan, un personaggio di cui si parlava già molto.

Stava entrando in politica attivamente, fondando il suo partito e uno dei primi congressi venne organizzato proprio nell’albergo dove ero io.

C’era molta attenzione per il suo arrivo: la sicurezza era in massima allerta e tutti fremevano in attesa di uno tra i personaggi italiani più noti.

L’albergo aveva spesso ospitato celebrità: da intere squadre di calcio leader del campionato, a noti personaggi dello spettacolo e della politica, italiani e non solo, di tutte le fazioni.

Ma Berlusconi era già circondato, ancor prima di arrivare, da un’allure particolare: saranno state le decine di persone in evidente eccitazione per la sola idea di incontrarlo di persona, o per lo schieramento di personaggi più o meno noti, ma certamente molto interessanti.

Finalmente arriva lui.

Ero curiosa  anche io: se ne dicevano di ogni tipo, anche solo a livello di gossip, “è bassissimo, porta i tacchi”, “usa il fondotinta come fosse Zsa Zsa Gabor!”, “è arrogante”, etc etc.

Insomma, tutte le amenità che lo hanno accompagnato sempre.

Era quasi impossibile avvicinarsi a lui: la sua assistente, una virago efficientissima, si occupava di fare da tramite per qualunque cosa: dal bicchiere di acqua, alla consegna delle chiavi, alle richieste dei suoi “fans”, creando una sorta di area off limits intorno a lui.
Prevedibile, considerata la fama che lo accompagnava.

Meno prevedibile era l’atteggiamento di Silvio Berlusconi: gentile con tutti, ringraziava personalmente il facchino che gli prendeva la valigia (dopo il benestare dell’assistente, ovviamente!), ringraziava gli impiegati del front office, stringeva la mano all’impiegato che  lo aveva accompagnato,  aveva una parola gentile per tutti, indipendentemente dal ruolo che ricoprivano.

Era, indubbiamente, una persona attenta a livello personale, molto più attenta di tantissimi altri anche meno celebri di lui, un vero affabulatore.

Riusciva anche a conquistare i suoi detrattori, i sindacalisti che avevamo in albergo.

Accompagnava sempre le sue richieste da un “per piacere” e un “grazie”, sempre sorridente. Aveva un carisma innato che era impossibile non riconoscergli.

Non mi interessa e non voglio stabilire qui, ora, che tipo di politico o di manager o di filibustiere possa essere stato, quello che posso dire, personalmente, è che era un uomo gentile.
…e sì, portava i tacchi!

Marilinda Landonio
Foto:Di European People's Party – EPP Summit, Brussels, May 2019, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=79769314