Domenica scorsa si sono svolte le elezioni per la Chiesa di Svezia. Questo a molti, italiani soprattutto, può sembrare perlomeno curioso, ma qui sono i partiti politici ad eleggere le diverse autorità ecclesiastiche, sia a livello nazionale, kyrkomötet, che regionale, stiftfullmäktige (all’incirca diocesi) e locale, kyrkofullmäktige, la parrocchia. E quindi ad influire sull’attività della Chiesa.

La Chiesa di Svezia, protestante luterana, ha quasi cinque milioni di membri, oltre la metà della popolazione. Fino al 2000, quando è stata proclamata la separazione definitiva fra Chiesa e Stato, gli svedesi, dalla nascita, diventavano automaticamente membri di tale Chiesa. Dal 2000 devono invece farne richiesta ma possono anche far richiesta di appartenere ad altre comunità religiose o possono non appartenere a nessuna. Tutti coloro che chiedono di appartenere ad una qualche missione religiosa riconosciuta devono pagare una quota proporzionale al loro reddito. C’è però una quota, la Quota funerali, che tutti devono pagare alla Chiesa svedese, dato che ha conservato la competenza per i cimiteri, i funerali, le tumulazioni e le cremazioni. In tutti i cimiteri svedesi esistono cappelle dove si possono svolgere cerimonie, religiose o laiche, prima della tumulazione o della cremazione del/della defunto/-a.

Anche se il numero di membri della Chiesa di Svezia è in continua diminuzione (quest’anno 4,9 milioni, nel 2017 erano 5, 2 milioni), rimane molto elevato e non corrisponde certo alla partecipazione alle cerimonie religiose o alla votazione.

Si considera un grande successo che nelle elezioni precedenti, nel 2017, abbiano votato il 19,08% degli aventi diritto. Quest’anno si è raggiunto il 17,5%. Il maggior partito, i Socialdemocratici, aveva ottenuto il 30, 34% dei voti, seguito dal POSK, un raggruppamento che non vuole rappresentare nessun partito, con il 17,06 %.

Quest’anno le lezioni ecclesiastiche, che di solito non suscitano un grande interesse, sono state precedute da una battaglia piuttosto accesa su alcuni temi specifici:

  • È giusto che siano i partiti politici a decidere nella Chiesa?
  • È giusto imporre ai sacerdoti di benedire i matrimoni di persone dello stesso sesso?
  • (Attualmente possono rifiutare di farlo. Nel 2008 i Socialdemocratici, il partito di Centro e l’Alternativa borghese, che corrisponde al Partito Moderato, avevano cercato di renderlo obbligatorio senza riuscirci)

In realtà i partiti politici non si presentano come partiti politici ma come ”Gruppi di nomina”(quest’anno si sono presentati 15 gruppi di nomina; chiunque può costituire un gruppo di nomina, bastano tra le 10 persone ,per la parrocchia e 300 per il Consiglio Nazionale) ma tutti sanno che ci sono fra gli altri i Socialdemocratici, il Partito di Centro, e il partito di destra Democratici di Svezia,  che sono formalmente collegati con i partiti e poi altri partiti come i Verdi e, nuovo per quest’anno, un raggruppamento di estrema destra Alternativ för Sverige (Alternativa per la Svezia) che sostiene che la Chiesa di Svezia è controllata dai partiti (sottinteso di sinistra), e si dedica ai temi dell’immigrazione, dell’ambiente, della problematica omo,bi,trans, queer, del femminismo invece di dedicarsi al suo pastorato. Questo partito è stato molto combattivo e presente sui media negli ultimi mesi ed esige la liberazione della Chiesa di Svezia dall’influenza dei partiti.

Ma chi sperava che la politica dei partiti venisse estromessa dalla Chiesa di Svezia è stato deluso, anche questa volta. E ci sono milioni di motivi per cui i partiti vogliono restare dentro la Chiesa: si tratta di un’enorme organizzazione, che possiede tra l’altro 400 000 ettari di boschi (la quinta in grandezza nel paese), sull’uso dei quali il partito dei Verdi fra l’altro ha molto da dire, 25 000 edifici (il maggior proprietario di edifici del paese) e oltre 5 milioni di membri.

La Chiesa di Svezia, dopo la Riforma protestante, che imponeva a tutti i cittadini del paese l’appartenenza alla Chiesa di Svezia, ha avuto nei secoli un ruolo di monopolio in questioni di morale e di religione combattendo tendenze come quella del Pietismo o la formazione di cosiddette Chiese libere, Frikyrkor, che spesso hanno dovuto scegliere la strada dell’emigrazione per poter svolgere la loro attività religiosa. Con l’affermazione della libertà religiosa, verso la fine del Settecento, ebrei e cattolici tra l’altro ebbero finalmente il permesso di celebrare funzioni religiose.

Da quando i rapporti inizialmente critici della Socialdemocrazia con la Chiesa di Svezia, in origine tenacemente contraria a tutti i movimenti popolari, si sono distesi, il messaggio è sempre stato che un’organizzazione di questa ampiezza e di questa ricchezza deve essere costituita democraticamente e deve essere aperta a tutti. E pare che questa convinzione sia fortemente radicata nella popolazione svedese.

Allo stesso tempo non appare ovvio a molti che partiti secolari che non hanno un forte ancoraggio nell’attività della Chiesa debbano prendere posizione su questioni ecclesiastiche. Quasi tutti i gruppi di nomina comunque cercano di presentare candidati che partecipano in qualche modo all’attività ecclesiastica.

Le lezioni di domenica, aperte ai membri a partire dall’età di 16 anni, hanno portato ai seguenti risultati: I gruppi di nomina legati formalmente ai partiti politici sono lievemente diminuiti, ma il Partito Socialdemocratico resta comunque, con il 27,6% dei voti, il maggior partito, seguito dal Raggruppamento POSK, volutamente non legato a partiti politici, con il 19,5%. Interessante anche l’enorme aumento del raggruppamento di sinistra, VISK, (La Sinistra nella Chiesa svedese) con il 7,4%. E l’Alternativa per la Svezia, che voleva eliminare l’influenza dei partiti politici nella Chiesa, ha avuto l’1,2% dei voti.

Ancora una volta quindi, gli svedesi hanno mostrato con il loro voto che la Chiesa di Svezia, per loro, è un’organizzazione democratica tra le altre e tale deve rimanere.

Antonella Dolci

Foto di Sharon Ang da Pixabay