Passeggio con la mia famiglia lungo Strandvägen e poi a Djurgården in questa splendida giornata di marzo a Stoccolma. La primavera è quasi arrivata e insieme alla natura si risvegliano anche queste meravigliose creature a sangue freddo. Mentre cammino ne esamino l’aspetto e ne osservo il loro comportamento bizzarro.
Alle prime temperature che superano lo zero, fanno immediatamente capolino dalle loro tane e in men che non si dica te li ritrovi a zampettare lungo tutti i marciapiedi della città. Questi animali bipedi con i loro corpi snelli e longilinei si muovono con rapidità e destrezza sull’asfalto cittadino, evitando di essere investiti dalle automobili, solo per giungere e sdraiarsi il prima possibile sulle panchine e sulle banchine in riva al mare. Qualora le laboriose attività quotidiane impedissero loro di andare a riflettersi su tanti specchi d’acqua cittadini, le lucertole svedesi si soffermano in ogni angolo a contemplare il sole. Le osservo appiattite sui muri dei palazzi più illuminati del quartiere.
Le lucertole svedesi sono una specie tradizionalmente contraddistinta da un manto chiaro e da un capo dorato, ma che negli ultimi venti o trent’anni ha subito un’evoluzione che l’ha portata a raggiungere anche altre pigmentazioni. Non appena si avvicina la stagione estiva le gambe perdono il loro strato di squame verdi fino all’altezza delle ginocchia come fossero dei pantaloncini o delle gonne che lasciano scoperte il resto delle zampe nonostante il vento gelido e le temperature polari nelle zone d’ombra della città.
Se nella loro ossessiva ricerca di un posto al sole non trovano una pietra calda dove stendersi, si accontentano anche di un bar che abbia il servizio all’aperto. Questi animali si nutrono di qualsiasi cosa trovino: dai resti di una pizza di dubbia qualità ad abbondanti porzioni di ketchup con un po’ di wurstel. Alcuni esemplari sono infatti carnivori, altri erbivori e altri ancora vegani. Nessuno di loro, però, disdegna una bella birra fresca o un bicchiere di vino rosé da far decantare tra le mani mentre discutono sognanti dei loro programmi per la prossima estate.
Una volta terminate le loro attività sociali tornano pian piano nelle loro tane in attesa della prossima giornata di sole, chi barcollando sulle proprie zampette, chi salendo in autobus e chi con gli odiatissimi monopattini elettrici che infestano la città.
In fin dei conti le lucertole svedesi non sono poi degli animali così strani. Certo, di primo acchito possono sembrare bizzarri, ma dopo quindici lunghi inverni e altrettante primavere passate a Stoccolma mi rendo conto di essere diventato anch’io come loro. Ogni volta che vedo più di tre raggi di sole in contemporanea mi getto all’aria aperta senza pensarci due volte spesso dimenticando di vestirmi adeguatamente, mangio in terrazzo ad ogni occasione buona anche se devo imbacuccarmi con le coperte fino agli occhi tanto da sembrare una mummia e quando aspetto la metro o l’autobus mi sposto nel fascio di luce più vicino come fosse un distributore automatico di vitamina D. C’è poco da fare, grattando bene sotto la pelle, infatti, anch’io ho uno strato verde di squame. Ormai sono uno di loro: sono uno dei Visitors!

Roberto Riva
Dal suo blog
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