Era il 12 gennaio del 1967 quando James Bedford, professore di Psicologia all’Università della California, prima di morire all’età di 73 anni, prese una drastica decisione. Affidandosi alle nuove tecnologie biomediche dell’epoca, decise di ibernare il proprio corpo a scopi scientifici alla temperatura di -196°C. A distanza di più di 50 anni il suo cadavere è ancora oggi perfettamente conservato all’Alcor Life Extension Foundation di Phoenix, Arizona.

Può sembrare fantascienza dai migliori romanzi di Isaac Asimov, ma non lo è. È tutto vero[1]. Da allora, infatti, circa 337 persone hanno seguito questo percorso con l’aiuto delle tre compagnie mondiali che ad oggi offrono questo tipo di servizio. Inoltre c’è molta altra gente in lista d’attesa disposta a sborsare intorno ai ventimila dollari – spicciolo più, spicciolo meno – per ordinare la criogenesi al momento della propria morte come se fosse un surgelato da Picard. Agghiacciante, vero?

 

Spostiamoci ora al 19 gennaio 2024 a Stoccolma, Svezia. Nelle ultime settimane le temperature sono oscillate tra i +1°C, quando andava bene e si osava mettere la testa fuori dalle coperte, e i -15°C, quando non restava che rimanere in cucina bevendo un tè caldo davanti alla finestra se si poteva lavorare da casa o pregare che il sangue non smettesse di circolare nelle vene se si doveva uscire in strada. I lastroni di ghiaccio formatisi nei marciapiedi hanno gentilmente permesso ai passanti di competere con la squadra di bob giamaicana, purtroppo usando il sedere e non lo slittino. Le scale di qualsiasi ingresso alla metropolitana o scalinate dei parchi si sono trasformate in scivoli degni di parchi acquatici. Purtroppo non c’era l’acqua all’arrivo ma il cemento. Le copiose nevicate hanno imbiancato la città come lo zucchero filato ricopre i crostoli (sì, insomma le chiacchiere, le frappe, i cenci, i galani… decidete voi come cavolo volete chiamarli) o come quando il pasticciere locale esagera con la panna nel semla, il dolce tipico svedese del periodo di carnevale. Il traffico delle automobili è andato in notevole difficoltà con qualche incidente, code e rallentamenti vari sia in centro sia in periferia. Il trasporto pubblico, neanche a dirlo, non si è fatto perdere l’occasione di riproporre agli utenti i classici ritardi e le corse cancellate, proprio in concomitanza dell’aumento dei prezzi dei biglietti. Oltre al danno anche la beffa. Infine alcuni cittadini della periferia hanno avvistato degli orsi polari sbocconcellare dita congelate dei passanti come se fossero ghiaccioli al gusto di frutta tropicale[2].

 

Questa è il riassunto della situazione di gennaio nella capitale svedese. Non siamo ancora arrivati alla criogenizzazione ma poco ci manca.

 

Roberto Riva

BIld av Frauke Riether från Pixabay

[1] https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2017/01/09/ibernazione-umana-ha-50-anni-prima-volta-il-12-gennaio-1967_208ec538-34ca-4b87-a229-1a47a34c88b8.html

[2] Quest’ultima è ovviamente una stupidaggine che mi sono inventato io, ma non mi avrebbe stupito se fosse stata vera.