In Svezia, lo zafferano è molto usato. In queste settimane si trovano ovunque dolci, biscotti, cibi vari con lo zafferano.

Con una sana curiosità abbiamo cercato di capire la storia dello zafferano in questo paese.

Lo zafferano fu menzionato per la prima volta nel 1328, per la festa funeraria del padre di santa Brigida dove, si racconta, ne furono usati quasi 1 kg.

Lo zafferano raggiunse la Svezia con i mercanti dell’Hansa, attraverso il Mar Baltico nel 12-14 ° secolo. A quel tempo, gli svedesi condivano il loro pane dolce, per esempio, con la cannella. Il panino allo zafferano divenne un vero e proprio prodotto di lusso e status symbol perchè raro e costoso. Nel monastero di Birgitta a Vadstena, con 85 fratelli e sorelle, furono consumati in un solo anno nel 14° secolo circa 400 grammi di zafferano. Nel 16° secolo, Gustav Vasa non aveva lo zafferano in magazzino, ma nella camera delle spezie preziose.

Lo zafferano è legato ai Lussekatter che sono delle brioscine, associate alla festa di Santa Lucia e al Natale.

Sicuramente la storia dei Lussekatter è affascinante in quanto intreccia rituali pagani e culti cristiani. I Lussekatter vengono preparati in Svezia per la festa di Santa Lucia che si celebra il 13 dicembre. Nella tradizione popolare questa data è considerata il giorno più buio dell’anno anche se in realtà corrisponde al giorno in cui il sole tramonta prima.

Per tradizione Santa Lucia è la protettrice della vista e portatrice di luce. Si ritiene che lo zafferano sia stato aggiunto ai Lussekatter per simboleggiare la luce durante il giorno più corto dell’anno. Il classico colore giallo dei Lussekatter rende queste gustose brioche simili a piccole fiammelle che illuminano l’oscurità.

In un’altra versione sull’origine dei Lussekatter, si fa riferimento a Lucifero e ai gatti. Secondo una credenza popolare tedesca del 1600, il diavolo con sembianze di un gatto spaventava i bambini e Gesù, per proteggerli, dava a loro dei dolcetti di un colore giallo intenso (motivo per cui viene utilizzato lo zafferano), che con il loro particolare colore luminoso avrebbero allontanato Lucifero.

Queste due tradizioni si riflettono nell’etimologia del nome. Ci sono discussioni se il nome derivi da “gatti di Lucia” Lusse + katter oppure da “gatti di Lucifero“, in quanto Lucifer in svedese è abbreviato in Lusse.

Comunque la dimostrazione dell’origine del nome si ha anche per il semplice fatto che, in qualche parte della Svezia, questi dolcetti venivano fino a non molto tempo fa chiamati anche dövelskatter o dyvelkatter, forme un po’ arcaiche per indicare “diavolo”.

Esistono un centinaio di forme di lussekatter e di varianti (tipo senza uvette ma con la granella di zucchero, con la pasta di mandorle, con la farina di mandorle, etc.) e di ricette, ma la seguente è una ricetta di famiglia che mi è stata consigliata.

Ingredienti per circa 20 Lussekatter

  • 800 gr di farina
  • 1 uovo
  • 15 gr di lievito di birra
  • una bustina di zafferano
  • uvetta passa
  • 180 gr di burro
  • 180 gr di zucchero
  • 1/2 litro di latte intero a temperatura ambiente
  • un pizzico di sale

Procedimento

Sciogliete il burro in un pentolino, aggiungete il latte e lasciate intiepidire. In una terrina a parte sbriciolate il lievito e aggiungete la miscela di burro e latte che avete preparato in precedenza. A questo punto aggiungete la bustina di zafferano, lo zucchero, la farina e un pizzico di sale. Impastate il tutto fino ad ottenere un impasto uniforme e compatto e lasciate lievitare per circa 1 ora. Trascorso questo tempo, prendete l’impasto e create dei serpentelli per arrotolarli e creare la tipica forma ad “S” e sistemateli su una teglia da forno. Inserite nel centro delle due spirali dell’uvetta passa e lasciateli lievitare ancora un’ora. A fine lievitazione, spennellate con il tuorlo d’uovo i Lussekatter ed informate a 200 gradi per circa 20 minuti. Da gustare caldi.

Una storia speciale ha lo zafferano nell’isola di Gotland. Già nel 12° secolo, quando Visby faceva parte dell’Hansa, entrarono nell’isola spezie esotiche come mandorle e zafferano. E cominciò una produzione di zafferano che continiua fino ad oggi anche se in scala molto ridotta.

Nacque nel medioevo la frittella allo zafferano composto da porridge, latte, zucchero e uova che si mangia tiepido o freddo come dessert ed è tradizionalmente servita con la marmellata di salmberry e panna.

In passato, le frittelle da forno erano principalmente associate alle feste proprio perché utilizzavano farina più fine e molte uova. Ma solo nel 19° secolo fu creato il moderno pancake allo zafferano cucinato con il porridge e poi cotto nel forno che è diventato un noto simbolo turistico per Gotland.

Oggi non si sa se la frittella allo zafferano sia stata creata a Gotland o se la ricetta sia arrivata dall’esterno dell’isola. D’altra parte, gli ingredienti possono essere fatti risalire al Medioevo e ai piatti di riso aromatizzati e colorati rinascimentali che esistevano in un ambiente di livello superiore. La combinazione di porridge, mandorle, zafferano e zucchero ha reso il piatto esclusivo rispetto al pane allo zafferano conosciuto dal 16° secolo. in cui viene evidenziato il cibo locale.

Ed ora dopo tante chiacchiere non resta che provare queste delizie svedesi allo zafferano.

Photo : Pixabay https://pixabay.com/it/photos/zafferano-mano-naturale-natura-3591029/