Vestita col frac nero, camicia bianca, farfalla rossa e cilindro in testa, la bella ragazza bionda copre tutta Stoccolma con un bel fazzoletto colorato. Agita la bacchetta magica sulla città in un caldo pomeriggio di fine marzo, pronuncia le parole magiche “April, april din dumma sill, Jag kan lura dig vart jag vill”[1] e in un attimo trasforma la capitale svedese e i suoi dintorni. In un secondo si passa dal sole alla neve, da dodici a zero gradi, dal maglioncino al cappotto.

Questi e altri sono gli abilissimi giochi di prestigio della famigerata illusionista svedese April Svensk. April è tanto bella quanto truffaldina. Ti ammalia col suo nome affascinante, le sue movenze sinuose e il suo abito scintillante. Con dolci parole melodiose che richiamano la lingua italiana ti fa credere di essere sua cugina Aprile, quella del Belpaese, e in un attimo l’inganno è servito.

Fino a pochi giorni prima, con un bel sole e temperature che gridavano alla speranza, ti aveva abilmente illuso di esserci ampiamente avviati verso la primavera. La bella ragazza te l’aveva fatta annusare, l’aria primaverile intendo, e poi invece te la toglie da sotto il naso senza neanche che te ne accorgi.

Il giorno prima ti aveva consigliato di montare gli pneumatici estivi, lasciare le gomme chiodate invernali in cantina o all’autorimessa e il giorno dopo ti congela l’asfalto ridendo beffarda mentre strisci la macchina contro il guardrail cercando di frenare e pentendoti di non aver installato dei pattini al posto delle ruote.

Dopo tanta paziente attesa ti aveva concesso finalmente di pianificare un bel pic-nic, una grigliata o una caccia alle uova pasquali all’aperto ma poi ti lancia raffiche di vento che ti affettano la faccia meglio del prosciutto che hai messo nei panini.

Ti aveva da poco permesso di fare il cambio di stagione nell’armadio, ma poi ti ritrovi a battere i denti appena metti il naso fuori dal portone di casa. Così il giorno dopo recuperi la sciarpa invernale ma a metà giornata ti accorgi di aver esagerato e ti sembra di essere in sauna.

Nonostante sia bravissima, veloce e incredibilmente sorprendente nei suoi numeri di magia e illusionismo, April non è particolarmente apprezzata e durante i suoi spettacoli non prende quasi mai degli applausi. Non ne riceve neanche dai patiti degli sci e di altri sport invernali perché non appena ti sei abituato al bianco delle piste innevate, ti stupisce alzando la temperatura di dieci gradi e tutto si trasforma in acquitrino melmoso che inonda i marciapiedi e i parchi della città.

Basta comunque avere i gommoni ai piedi, aspettare che si asciughi e tutto finalmente si sistemerà. Così quando sembra che ti potrai godere giornate più lunghe e più calde, April fa esplodere i pollini: pioppo, betulla, quercia, faggio, eccetera, eccetera e ecciù! Insomma, chi più ne ha più ne metta, di antistaminici intendo.

Mai una gioia con questa dannata illusionista April Svensk… e infatti arriva la depressione stagionale primaverile. Per fortuna tutto passerà e ci si può consolare pensando che, come dicono i canadesi, dopo il lungo inverno, quel paio di giorni di bel tempo a fine marzo di Primavera degli Sciocchi e dopo questo Secondo Inverno di inizio aprile, ad attenderci ci sarà la Primavera… degli Inganni, il Terzo Inverno, la Stagione del Fango, la Vera Primavera e poi, forse, se faremo i bravi, l’estate.

 

Roberto Riva

[1] Filastrocca svedese in rima usata per il pesce d’aprile e che si traduce più o meno così: “Aprile, aprile, la tua stupida aringa, ti prendo in giro dove voglio”… non vi scandalizzate con me, non l’ho inventata io.