«Guarda papà, il quadro si muove… è cambiato!»

Questa è la vocina emozionata di mio figlio di sei anni. Sembra strano a sentirlo. Sembra una follia che il quadro si modifichi sotto i nostri occhi, ma è vero. Succede se sei nel bel mezzo di un viaggio. Non un viaggio a base di LSD, ma un viaggio in metro immerso nell’arte della Tunnelbana di Stoccolma.

«Perché la linea azzurra della metro è azzurra?» Mio figlio mi incalza con le sue solite domande impossibili.

«Si chiama linea blu.» Non sapendo cosa dire, cerco di dribblare la domanda.

«Non è blu, è azzurra… perché la linea azzurra della metro è azzurra?» Insiste. Io sorrido, ci penso su e ho un’idea.

«Perché è la linea dell’Italia, paese dell’arte!» Lui mi guarda perplesso, così mi spiego meglio. «Hai presente il colore della maglia delle squadre italiane nello sport? Sono azzurre, giusto? Ecco… e l’Italia è anche ricca d’arte, proprio come la linea blu.»

«La linea azzurra, papà!» Lui mi corregge determinato. Io sorrido di nuovo.

«Pensa anche che la linea bl… azzurra della metro inizia da Kungsträdgården. I suoi caratteristici colori verde, bianco e rosso, le riproduzioni di statue antiche e i resti romani esposti la rendono la fermata “italiana”.» Lui annuisce poco convinto… forse perché ha percepito il virgolettato. Io però continuo. «Ma l’arte della linea azzurra è solo all’inizio: pensa alla rosea stazione Rådhuset con le sue enormi colonne all’ingresso delle scale mobili; la fermata marinara di Fridhemsplan, con navi, relitti e rose dei venti; Stadshagen con pannelli che raffigurano diverse gesta sportive con la particolarità che la scena cambia in base all’angolazione dalla quale la si guarda… il quadro che si muove di prima.» Mio figlio ricorda entusiasta. «C’è anche la fermata tutta grigia con spicchi di cielo azzurro a ricordarci che c’è speranza anche nei periodi più bui. Quella è Solna strand. Un tema che ricorre anche a Tensta dove ci sono affreschi con colori vivaci del sole, di abbracci e di colombe per ricordarci valori importanti come quelli di amore, uguaglianza, fratellanza e pace. Non dimenticarli mai, mi raccomando!»

«Sì, papà. Però ora dovremmo…»

«Aspetta, figliolo, non ho finito con l’arte della linea azzurra. Se vai a Rissne, per esempio, trovi illustrazioni e mappe d’espansione territoriale di diversi imperi del mondo antico: dagli egizi all’impero persiano e a quello ottomano, passando per la storia svedese. Ah, c’è ovviamente anche l’impero romano… come ti ho detto questa può essere considerata la linea “italiana” della metro. Poi se cambi ramo e ti fermi a Solna centrum puoi vedere affreschi sulla natura e sugli effetti negativi dell’uomo su di essa: per esempio, foreste disboscate e industrie che inquinano i cieli e le acque. Ti stiamo lasciando proprio un brutto mondo, piccolino. Mi spiace, ma non è che i miei predecessori ce ne abbiano lasciato uno tanto migliore, eh…»

«D’accordo, papà, ma è ora di…»

«Hallonbergen! A proposito di bambini e futuro. Ti ho parlato di questa fermata? Potresti averla creata tu con le matite colorate e i pastelli in mano. Qui disegni fanciulleschi di ogni tipo prendono forma su sfondo bianco come se le pareti fossero un enorme foglio di carta.» Mio figlio vorrebbe dirmi qualcosa ma non lo lascio parlare. «A me piace molto anche Näckrosen: la chiamo la stazione dei sassetti. Come in uno stagno ce ne sono ovunque e vanno a formare tartarughe, istrici e figure umane. Infine, troviamo Akalla… figlio di Akollo, fece una kalla di kelle di kollo…» Io rido sotto i baffi come un cretino, mio figlio non capisce. Non posso dargli torto. Spesso non mi capisco neanche io. Mi schiarisco la voce, mi ricompongo e spezzo l’imbarazzo. «Questa stazione è tutta gialla con qualche piastrella decorata a temi sociali quali l’emancipazione femminile e le aspettative e pressioni esasperate dei nostri ruoli nella società moderna. Ne riparliamo quando sarai più grande.»

«Tutto molto bello, papà, però…»

«Ah, quasi dimenticavo: si possono fare i tour guidati sull’arte, non solo della linea azzurra, ma di tutte le linee della Tunnelbana. Su internet si trovano informazioni e orari (konst.sl.se). Bene, ora puoi dirmi tutto, patatino!»

«Papà… questa era la nostra fermata!»

Non faccio in tempo ad alzarmi… dörrarna stängs – Le porte si chiudono – e noi restiamo dentro. Dovremo aspettare la prossima fermata e tornare indietro. Arriveremo tardi per cena.

Roberto Riva

Photo of Jonas Bergsten – Photo taken by Jonas Bergsten using a Canon PowerShot G3., Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=259484