Italiani in Svezia nei secoli: Giancarlo Sangregorio

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GIANCARLO SANGREGORIO (Milano 20.4,1925 – Sesto Calende 8.7.2013). Scultore. Nato in seno ad una famiglia meneghina benestante, con sua madre originaria di Gallarate e suo padre di Milano. Con i suoi genitori, con suo fratello Giuseppe, e con sua sorella Maria Rosa, abita in un palazzo di proprietà in Corso Monforte, al centro di Milano.

Giancarlo inizia a scolpire opere in marmo, da autodidatta, utilizzando il materiale estratto dalle cave della Val d’Ossola, un luogo ameno, dove spesso sceglie di trascorrere lunghi periodi. Terminati gli studi classici, frequenta i corsi di scultura presso l’Accademia di Brera a Milano sotto la guida del Professor Marino Marini.

Risalgono già a quel periodo le sue prime importanti mostre collettive nelle principali città d’Italia. Dal 1950 al 1958 soggiorna molto spesso in Versilia, insieme a suo fratello Giuseppe, per lavorare il marmo delle Alpi Apuane, modellando, allo stesso tempo, oggetti in ceramica cotti nelle Fornaci di Viareggio. Intanto intraprende lunghi viaggi all’estero, in particolare a Parigi, dove crea un suo primo studio. Intraprende sempre più viaggi di formazione, contattando, al tempo stesso, artisti e gallerie diverse. Segue con un certo interesse le nuove proposte dell’Arte Informale, restando sempre critico di fronte ad esse; non accetta, insomma, mai a pieno, le regole e le mode nascenti al solo scopo d’assecondare le aspettative della critica. È del 1952, quando ha appena compiuto 27 anni, la sua prima personale a Milano e da allora sarà presente alle più importanti manifestazioni d’arte internazionali. Così, espone in Francia, nei paesi dell’ex–Jugoslavia, in Germania, ad Israele, in Belgio e in Svizzera.

Nel 1959, a Cocquio-Trevisago, sopra Sesto Calende, in provincia di Varese, acquista quattro ettari di terreno e si fa edificare la sua dimora-laboratorio-studio, in parte su progetto dell’architetto finlandese Alvar Aalto.

Nel 1964 Giancarlo Sangregorio giunge in Svezia, dove espone alcune sue sculture in pietra, in ceramica e in cristallo. Qui, intanto, può frequentare suo fratello Giuseppe, cinque anni più giovane di lui, il quale vive stabilmente a Stoccolma, con sua moglie Inga-Lisa, scrittrice e giornalista svedese, incontrata e sposata a Viareggio, in Italia, nel 1959.

Durante la sua permanenza in Svezia scopre il granito nero-verde e rosso, caratteristico di questo paese scandinavo, quindi lo utilizzerà in futuro in alcune occasioni, come nel 1976 quando realizza la sua straordinaria opera “Triade” destinata ad essere installata nella piazza antistante il municipio della città tedesca di Lörrach.

Giuseppe Sangregorio, suo fratello, intervistato, nel 2014 a Stoccolma, da Guido Zeccola per il Giornale “Il Lavoratore”, racconta d’aver abitato a Milano, insieme a suo fratello Giancarlo, fino al 1942. Poi quando la casa dei suoi genitori viene bombardata, tutti si trasferiscono in Val D’Ossola, più precisamente in Val Vigezzo, fino al 1950. Continua specificando d’essersi laureato in ingegneria al Politecnico di Milano nel 1953. Poi, una volta giunto in Svezia d’aver lavorato alla IBM, con i computer, per le applicazioni industriali; e, successivamente, con le industrie della carta e con quelle dell’acciaio. Quindi di aver viaggiato spesso in territorio svedese, nei vari “bruk”: e questo per diversi anni; d’aver lavorato a Parigi dal 1968 al 1970, d’esser, infine, tornato in Svezia e, aggiunge, d’aver fatto in tempo, nel frattempo, a mettere al mondo due figli maschi, Stefano e Paolo, prima d’arrivare all’età del pensionamento.

A Stoccolma, dichiara ancora, d’aver abitato originariamente nell’isola di Kungsholmen, a Pipersgatan e quindi, ad un certo punto, d’aver incominciato a collaborare, anche se saltuariamente, con il giornale periodico “Il Lavoratore”, allora costituito ancora da un semplice foglio ciclostilato, con su riportati gli articoli scritti dagli operai italiani all’Atlas Copco.

Alla successiva domanda di Zeccola “Tu ritieni d’essere anche un artista?”, Giuseppe Sangregorio precisa subito che suo fratello maggiore, Giancarlo, cinque anni più grande di lui, morto appena un anno avanti, è stato un grande scultore, un vero artista di professione, ben noto in Italia e conosciuto in parecchi paesi del mondo. Poi, aggiunge: “Io, sì, ho forse un certo talento per il disegno e la pittura, ma, ho incominciato a dedicarmi a quest’arte soltanto dal 1995, a 65 anni, subito dopo il pensionamento.

Giancarlo Sangregorio, ormai affermatosi come scultore, negli anni successivi al 1964, partecipa ad altre mostre, negli Stati Uniti, in Messico e in Argentina e, finanche, in Giappone. In Italia continua ad esporre le sue opere nelle maggiori città d’arte. Intanto incomincia a maturare in lui un forte interesse per le arti primitive, per cui si avvicina all’Africa dei Dogon; e proprio lì, in Mali, viene a contatto con la realtà primordiale delle maschere e delle sculture in genere, assistendo con grande attenzione alla loro lavorazione. Ma poi va oltre, perché, dopo aver conosciuto per bene il mondo dell’Africa, inizia un viaggio in Oceania, fino in Nuova Guinea.

Le opere di Giancarlo Sangregorio oggi sono custodite principalmente in raccolte private e pubbliche sia in Italia che all’estero; ma numerosi sono anche i suoi monumenti dislocati nelle strade e nelle piazze di parecchie città europee.

Nel 2011, nella sua casa-museo a Sesto Calende in provincia di Varese, egli crea la “Fondazione Sangregorio Giancarlo”, un ente senza scopo di lucro, con l’intento di divenire un luogo di studio e di confronto intorno ai grandi temi, una istituzione che agisca come centro culturale, proponendo mostre, incontri e conferenze. Tra le sue finalità sono da comprendersi le seguenti iniziative:

– sostenere il concetto di libertà e identità nei giovani scultori.

– organizzare dibattiti culturali, convegni, pubblicazioni.

– collaborare con altri centri museali, fondazioni, enti locali presenti sul territorio.

– intrattenere rapporti culturali con importanti musei, enti nazionali ed internazionali.

– promuovere la raccolta di fondi da erogare a favore di progetti ed iniziative culturali;

– promuovere ed attuare forme di collaborazione ed integrazione con progetti di altre organizzazioni.

– attribuire un Premio “Sangregorio” biennale a giovani artisti.

Sei anni dopo la sua morte avvenuta all’età di 88 anni in una clinica di Ispra in provincia di Varese, la moglie di suo fratello Giuseppe, Inga-Lisa Sangregorio, in Svezia, riceve il titolo onorifico di Senior of the Year per l’anno 2018 con il libro “Blåsningen: ecco come il nuovo sistema pensionistico ci ha ingannato tutti”.

Qui di seguito, sono elencate le maggiori opere pubbliche, le statue e i monumenti di Giancarlo Sangregorio: Sculture per i Giardini Pubblici di Viale Forze Armate a Milano; Trittico come Monumento alla Resistenza al Parco di Milano Rogoredo; Monolito verticale al Centro Documentazioni Torviscosa di Udine; Monolito in travertino all’Istituto Case Popolari in Viale Romagna a Milano; Rilievi per sei atri d’ingresso in una casa a Via Monreale a Milano e in una facciata della centrale elettrica Enel a Fusina nel Comune di Venezia; Scultura in pietra ad Arlesheim nel Cantone di Basilea Campagna in Svizzera; Sculture in marmo per il Parco di Arandjelovac in Serbia e per una scuola nel quartiere Sant’Ambrogio a Milano; Monumento ai Caduti a Palau in Sardegna; Sculture per la vecchia darsena a Porto Rotondo in Sardegna, nelle città tedesche di Gottinga, Friburgo e Lörrach e per la scuola media statale di Olgiate Comasco; “Itinerario nel vuoto” scultura in Via Clerici nell’ex Palazzo Olivetti a Milano; Scultura nel Palazzo degli uffici delle Assicurazioni Toro a Grandate  nella Provincia di Como; Scultura per il Municipio di Sesto Calende; “Le sculture nel Giardino di Montagna” a San Giulio di Gagnone di Valle Vigezzo in Val d’Ossola; Sculture nel Castello Visconti di San Vito e nel Palazzo Municipale Viani Visconti a Somma Lombardo.

Rubrica di Alberto Macchi
Foto Di Roberto Molinari – private work of photographer, FAL, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=27389860

Fonti:

Guido Zeccola, Intervista a Giuseppe Sangregorio [in:] “Il Lavoratore”, Stoccolma 2014.

Ulrica Palmcrantz, Inga-Lisa är Årets Senior! [in:] “Seniorern”, Stockholm 09.02.2019.