Roma, 9 mag. (askanews) – Di seguito i commenti dei principali quotidiani americani sull’elezione a Papa del cardinale americano Robert Francis Prevost:
“Benvenut Papa Leone XIV, il Santo Padre di Chicago”: così titola oggi un editoriale del Chicago Tribune che si dice “incredibilmente orgoglioso di vedere uno di noi prendere le redini nella Città del Vaticano”. Il quotidiano sottolinea quindi che, “ora, oltre ad aver formato un presidente americano da due mandati, Barack Obama, Chicago sarà conosciuta a livello internazionale anche come la città che ha nutrito un capo della Chiesa cattolica”.
“Robert Prevost, originario di Chicago, è il primo papa americano nella storia della Chiesa cattolica”, titola il Chicago Herald che ha poi raccolto le voci dei “leader dell’arcidiocesi di Chicago felicemente scioccati dalla scelta del papa”: ‘Uno di noi'”.
“Il nuovo papa presto alla presa con decisioni difficili sulla direzione della chiesa”, titola oggi il New York Times sottolineando che “Papa Leone XIV, il primo Pontefice americano, ha percorso una strada globale verso la vetta della gerarchia”, ricordando che ha trascorso gran parte della sua vita fuori dagli Stati uniti. In un articolo di commento intitolato “Un Papa americano? Forse non era così impossibile”, il Nyt sottolinea che “in caso di papa americano, il cardinale Robert Prevost – ora Leone XIV – sarebbe stato quello più probabile”, ricordando che si è a lungo ritenuto “che il Collegio cardinalizio, dominato dall’Europa, non avrebbe mai eletto un americano”, perchè “gli Stati Uniti erano considerati troppo potenti al mondo per poter anche mettere un uomo sul soglio di San Pietro”. Ma “forse un periodo di declino della presenza americana nel mondo ha aperto le porte a un papa americano”.
“Leone XIV invita la Chiesa a ‘costruire ponti'”, titola a tutta pagina il Washington Post, che nel suo editoriale sottolinea che “Un papa di Chicago può contribuire a sanare le divisioni cattoliche”. Secondo il Wp, la nomina a Pontefice del cardinale Prevost indica “una scelta pragmatica e consensuale, che dovrebbe essere in grado di districarsi tra le crescenti divisioni geografiche tra il Nord e il Sud del mondo, così come tra le divisioni dottrinali tra progressisti e tradizionalisti, anche se nessuno dovrebbe aspettarsi un ritorno della messa in latino”.
Anche il Wall Street Journal titola: “Un Papa americano cercherà di unire una chiesa divisa”, affermando che “il Conclave sembra aver scommesso sull’identità mista di Leone, un papa sia dell’America che del mondo, per aiutarlo ad essere leader di una chiesa globale che cerca di navigare un tempo di tumulto e transizione”.