Bruxelles, 5 giu. (askanews) – In una riunione, oggi a Bruxelles, dei ministri della Difesa dei 32 paesi della Nato, che il Segretario generale Mark Rutte ha definito “storica”, sono stati concordati i nuovi obiettivi di capacità della difesa, per conseguire i quali la spesa militare in ogni Stato membro dovrà aumentare notevolmente, secondo un nuovo piano d’investimento che Rutte proporrà per l’approvazione ai prossimo vertice dei leader dell’Alleanza, il 24-25 giugno all’Aia.
Il piano proporrà che si raggiunga nei prossimi anni (quando esattamente lo decideranno i leader) il 3,5% del Pil all’anno nella spesa dedicata strettamente all’aumento delle capacità difesa, e l’1,5% per gli investimenti correlati alla sicurezza e alla difesa, per un totale pari al 5% del Pil di ogni paese alleato.
“Abbiamo concordato – ha riferito Rutte nella conferenza stampa al termine della riunione – un ambizioso nuovo set di obiettivi di capacità, che sono molto importanti. Questi obiettivi descrivono esattamente in quali capacità gli alleati dovranno investire nei prossimi anni: difesa aerea, aerei da caccia, carri armati, droni, personale, logistica e molto altro; tutto questo per mantenere la nostra difesa e deterrenza forti, e sicura la nostra popolazione di un miliardo di persone”.
“Questo accordo su ciò di cui abbiamo bisogno – ha continuato il Segretario generale – è stato un primo passo vitale. Per rispondere a questi bisogni gli alleati devono investire molto di più in difesa. E questo è ciò che dovremo fare in vista del vertice dell’Aia: concordare un nuovo piano di investimento nella difesa che ci assicuri di avere abbastanza risorse per essere in grado di garantire la nostra difesa e deterrenza in questo mondo oggi più pericoloso”.
“Proporrò – ha annunciato Rutte – un piano d’investimento complessivo per un totale pari al 5% del Pil” degli Stati membri “in investimenti della difesa, di cui il 3,5% del Pil per la spesa strettamente riguardante la difesa, ovvero i nuovi obiettivi di capacità che i ministri hanno appena concordato, e 1,5% del Pil all’anno negli investimenti correlati alla difesa e alla sicurezza, come infrastrutture e industria”. La spesa del 3,5% del Pil dedicata agli obiettivi strettamente militari (“core military spending”), ha spiegato Rutte, risponderà alla stessa classificazione dell’obiettivo del 2% (da conseguire entro il 2024) che era stato deciso al vertice Nato in Galles nel 2014, e che l’Italia e altri paesi alleati non hanno ancora raggiunto.
I leader dovranno mettersi d’accordo sull’anno in cui realizzare l’impegno all’aumento della spesa complessiva al 5% del Pil, che secondo il ministro italiano Guido Crosetto potrebbe essere il 2035, come indicato anche dal Regno Unito. Potrebbe essere deciso anche un ritmo annuale di aumento, contrariamente a quanto avvenne con il precedente obiettivo del 2%. Inoltre, resta da chiarire la definizione di quali investimenti potranno essere considerati come “correlati” alla difesa e alla sicurezza per rientrare nell’obiettivo dell’1,5% del Pil.
Tra i ministri della Difesa, ha riferito Rutte, “c’è un ampio consenso; siamo molto vicini” all’accordo sul 5%, che era stato chiesto con forza dalla nuova Amministrazione Usa di Donald Trump. La richiesta è stata sostenuta anche dalla minaccia di ritiro delle truppe e del sostegno militare americano all’Alleanza in Europa nel caso in cui non si fosse riusciti a conseguire quest’obiettivo, che comporterà un “riequilibrio” dell’impegno finanziario nella Nato da parte di europei e canadesi, rispetto a quello statunitense.
Rutte ha espresso la sua “fiducia totale” sul fatto che all’obiettivo del 5% “ci arriveremo” al vertice dell’Aia. “Ci siamo molto vicini”, ha concluso.