Roma, 28 mag. (askanews) – Con “Anni ’80” e con un nuovo videoclip, torna in radio e TV il cantautore Davide Melis, dopo il successo del singolo “Secondo Me(lis)”, brano di lancio dell’omonimo album, che ha riscosso ampi consensi di pubblico ed addetti ai lavori. Questa volta Davide ci accompagna in un viaggio sonoro e visivo nel tempo, proponendo un brano-manifesto dell’immaginario evocativo che attraversa il suo ultimo lavoro discografico. Un pezzo che non è semplicemente un omaggio al decennio più colorato, eccessivo e iconico del secolo scorso, ma anche una sorta di dichiarazione d’identità: “Anni ’80” è il racconto di una giovinezza fragile e ribelle, incorniciata da poster di Madonna, juke-box, discomusic, luna park e da uno di quei luoghi di ritrovo che segnavano la quotidianità di ogni compagnia giovanile negli anni ’80 rappresentato, in questo caso, dal “Bar 2000”, realmente esistito e oggi divenuto simbolo evocativo di quel periodo.
Una memoria che prende vita attraverso parole semplici ma dense, capaci di trasformare l’autobiografia in condivisione generazionale. Nell’era dei social e del distanziamento, Melis canta una realtà fatta di piazze vere, partite di pallone la domenica, appuntamenti dati “a voce” all’ora X, amici che si guardavano negli occhi e non attraverso uno schermo. La nostalgia, però, non è mai sterile: è lettura del presente attraverso la lente della memoria. E proprio per questo, “Anni ’80” parla anche a chi quegli anni non li ha vissuti, ma ne sente l’eco.
Il brano, arrangiato da Edoardo Bruni, si muove tra synth vintage, groove elettronici e “cori da walkman impolverato”. Un sound capace di evocare le atmosfere di Gazebo, Cecchetto, Sandy Marton e delle sigle dei cartoni animati pomeridiani, senza mai cadere nella parodia. Un mood che il videoclip riprende e traduce in immagini: firmato dal regista Matteo Sambero, è un trip visivo tra polaroid animate, neon intermittenti, cabine telefoniche, joystick e citazioni pop. Un percorso multistrato che strizza l’occhio a “Drive In” e “Discoring”, ma anche alla malinconia estetica di chi sa che “quei tempi non torneranno, ma possiamo ancora ballarci sopra”. Un viaggio tra immagini iconiche degli anni ’80 e spezzoni più intimi, tratti dai VHS personali dell’artista: reliquie preziose per chi ha vissuto quegli anni e affascinanti curiosità per chi non li ha mai conosciuti davvero. Il tocco distintivo? Una vecchia foto di Davide adolescente prende vita grazie all’AI, fondendosi con le riprese originali proiettate su schermi d’epoca. Il risultato è un turbinio di emozioni, tra nostalgia e leggerezza, capace di strappare un sorriso a ogni generazione.
Come è sua prerogativa, e lo vediamo in tutto l’album “Secondo Me(lis)”, anche qui l’artista non si limita a cantare: racconta, critica, gioca, riflette. E lo fa con la leggerezza profonda che da sempre caratterizza il suo stile: così’ “Anni ’80” diventa una canzone per chi quegli anni li ha amati, per chi li ha solo immaginati, e per chi ha ancora bisogno di ricordare che la musica – prima di tutto – può farti sentire a casa.