Astana, 30 mag. (askanews) – Sul rapporto tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron “come si dice a Roma, si sta montando troppa panna”. Prima di ripartire da Astana, in Kazakhstan, al termine del primo vertice tra Italia e paesi dell’Asia centrale (presenti anche i leader di Uzbekistan, Kirghizistan, Tagikistan e Turkmenistan) la presidente del Consiglio incontra i giornalisti per un breve punto stampa e uno dei temi – naturalmente – è l’incontro in programma martedì prossimo a Roma con il presidente francese. Un faccia a faccia atteso, e sollecitato dall’inquilino dell’Eliseo, dopo le tensioni delle scorse settimane sui “volenterosi”, i dazi, i rapporti con gli Stati Uniti.
Tensioni, piuttosto evidenti, che lei però minimizza. “A me sembra tutto abbastanza naturale, Italia e Francia sono nazioni amiche e alleate, totalmente convergenti su molti dossier. A volte abbiamo anche divergenze ma non vuol dire che ci siano problemi personali o ricomposizioni da fare. Vedo montare molta panna, come si dice a Roma”, dice rivolgendosi ai giornalisti. “Siamo due leader che si confrontano – riprende – ci siamo visti tantissime volte, ci vedremo anche questa, le materie da discutere sono una infinità e sono molto contenta che Emmanuel Macron venga a Roma così avremo l’occasione per sederci e con un po’ di calma affrontare questi vari dossier”.
Tra i dossier che saranno sul tavolo dei due leader ci saranno naturalmente l’Ucraina e i dazi. Entrambe situazioni in una fase di stallo. Per quel che riguarda Kiev, l’incontro di Istanbul su cui si lavora per il 2 giugno è in forte dubbio, dato che dalla Russia non è ancora arrivata l’attesa bozza di memorandum. L’inviato statunitense per l’Ucraina Keith Kellogg aveva annunciato oggi un summit tra i consiglieri militari di Francia, Regno Unito, Germania, senza citare l’Italia. E su questo si crea un piccolo ‘giallo’: un giornalista chiede a Meloni conto dell’esclusione e lei risponde dicendo di non considerarla “un’esclusione italiana”. Ci sono, ricorda, “delle nazioni che sulla loro capacità di impegnarsi anche per eventuali iniziative all’indomani di un cessate il fuoco hanno fatto dei passi in avanti particolarmente rilevanti”, ovvero la disponibilità a inviare truppe. Cosa su cui lei ha sempre detto ‘no’. Mentre la premier parla, però, interviene il consigliere diplomatico Fabrizio Saggio, a precisare che l’Italia sarà presente alla “call”.
Sulla materia dazi, la presidente del Consiglio assicura di non ritenere che l’Ue stia “perdendo tempo”, magari sperando nelle sentenze dei tribunali che hanno decretato lo stop delle tariffe. “So – garantisce – che c’è da parte dell’Europa la volontà di trovare un accordo. Probabilmente bisogna lavorare più su un accordo di cornice e poi scendere nel dettaglio. Ma questi sono punti di vista e la materia ovviamente sta nelle mani della Commissione. Su questo noi possiamo dare consigli, ma non è una nostra competenza”.
Meloni è sollecitata anche sul tema dei femminicidi, in particolare dopo l’uccisione di Martina Carbonaro. Oggi il sottosegretario Alfredo Mantovano ha fatto visita ai genitori ad Afragola e la presidente del Consiglio si dice “senza fiato” per questa ennesima tragedia. Ma a Elly Schlein, che aveva chiesto di collaborare, risponde che “non c’è bisogno di farmi appelli, ci sono per chiunque abbia proposte su questo tema. Dobbiamo aprire una riflessione enorme”.
Al termine della giornata, la premier ha lasciato Astana, seconda tappa di una missione che l’aveva prima portata a Samarcanda. “Sono molto sodddisfatta”, il suo bilancio, per una visita in una “regione che sta assumendo sempre maggiore rilevanza. È una regione leader per molte cose: quarta per riserve naturali di gas, prima per bacini idrici del mondo, tra le prime per materie prime critiche, una popolazione molto giovane, un crocevia della storia e un ponte tra Oriente e Occidente”.